Pellegrinaggio in Terra Santa Agosto 2019

ARTICOLI E TESTIMONIANZE

TESTIMONIANZA GIOVANI DEL PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA

Un pellegrinaggio in Terra Santa è molto più di un viaggio: è un toccare, vedere, gustare ciò che ha toccato, vissuto e gustato il Dio incarnato, il Dio con noi, Gesù. Con questa consapevolezza sono partita per questa terra, per la prima volta nella mia vita, desiderosa di mettermi in ascolto della Parola del Signore sulla mia storia e consapevole che ne sarei tornata rinnovata.

I luoghi visitati sono stati moltissimi, e ancora non ci credo! In ognuno di questi posti risuona la parola hic, qui: qui Gesù è nato, qui Gesù annunciava il Vangelo, qui Gesù ha guarito, … ed è così emozionante e travolgente pensare che proprio questa sia la terra della svolta, dell’inizio della storia cristiana! A Gerusalemme ho pregato presso il Santo Sepolcro e mi sono stupita di come tutto il cristianesimo ruoti attorno a questa tomba vuota, in cui Gesù è passato per non farvi più ritorno e per far rotolare via anche tutte le nostre pietre sepolcrali. Di fronte ai luoghi della Sua sofferenza mi sono riscoperta infinitamente amata, di un amore che si è svuotato tutto per potermi riempire.

Ma il luogo che più mi è rimasto nel cuore è il lago di Tiberiade: il luogo dell’incontro dei primi discepoli, del primo amore, il luogo in cui Gesù dopo la Sua resurrezione vorrà dare appuntamento ai suoi per ripartire e rinnovare questo amore. Ho provato una grande emozione e una profonda pace nel sapere che il lago che stava di fronte a me era quello stesso lago attorno a cui 2000 anni prima Gesù aveva compiuto la maggior parte dei suoi miracoli, aveva speso la maggior parte delle sue parole, e su cui aveva camminato per calmare la tempesta e il cuore dei suoi. Ho sentito risuonare in me le parole che Gesù rivolge a Giairo su queste stesse rive: “Non temere, soltanto abbi fede!”. Tutte le paure e i dubbi che avevo portato con me in pellegrinaggio sono stati arginati da queste parole, e hanno smesso di farmi paura. Grazie a questa terra, santa e allo stesso tempo così piena di contraddizioni, ora so che sono chiamata a prendere il largo, so di voler fare della mia Galilea, della mia quotidianità, un perseverante “Ma sulla tua Parola getterò le reti” perché di Te mi fido, perché Tu per me vuoi una gioia traboccante, affinché anche la terra che calpesto ogni giorno possa diventare santa.

Susanna Mazzi

Era la prima volta per me in Terra Santa ed è stato un pellegrinaggio magnifico! Sono partito senza alcuna aspettativa, né in positivo né in negativo, certo che il Signore non mi avrebbe deluso…e così effettivamente è stato! Grande era la mia curiosità alla vigilia della partenza, consapevole anche di non conoscere quasi nessuno del gruppo di viaggio. Ciononostante, questo grande gruppo di giovani mi ha subito accolto e la loro piacevole compagnia mi ha permesso di vivere appieno l’intensa esperienza spirituale annessa a questo viaggio. Siamo partiti dal deserto, simbolo dell’aridità spirituale nella quale ci troviamo quando, più o meno consapevolmente, durante la vita di tutti i giorni siamo “distratti” anziché con la mente rivolta a Dio. Poi, col passare dei giorni, ci siamo sempre più avvicinati a Gerusalemme, luogo dove si è compiuta la nostra salvezza, passando per i principali siti legati agli eventi del Vangelo. Quello che ho percepito è stato che il viaggio nello “spazio” di quei giorni ci ha consentito anche di fare un viaggio nel “tempo”: leggere di volta in volta i brani del Vangelo legati a uno specifico luogo in cui ci stavamo trovando ci ha davvero catapultati duemila anni indietro, dando un aspetto molto più netto e concreto a quello che solitamente ci immaginiamo un po’ in “astratto” nella nostra mente quando ci accostiamo alla Parola di Dio…Questo per me ha significato ridimensionare tutto il messaggio evangelico di Cristo su un piano profondamente umano e reale: toccare con mano quei posti e vivere per dieci giorni in quell’ambiente mi ha fatto comprendere meglio l’importanza dell’incarnazione del “Verbo” per l’annuncio e il compimento della nostra salvezza! È stato qualcosa di incredibile e anche difficile da descrivere, per questo auguro a chiunque di vivere un’esperienza di tale tipo! È bene sottolineare quanto l’efficacia spirituale di questo pellegrinaggio sia stata dovuta a una completezza nel viaggio: non abbiamo solamente fatto un viaggio “archeologicoturistico”, ma abbiamo anche visitato “pietre vive” come Effetà e La Crèche, vissuto momenti intensi di preghiera comunitaria, spesso anche suonando e cantando, ascoltato testimonianze di persone locali che vivono in una terra segnata da tensioni e contraddizioni, partecipato a incontri tenuti dal Vescovo Erio, avuto l’occasione di dialogare e confrontarci con i nostri fratelli e sorelle compagni di viaggio, così legando maggiormente fra noi e beneficiando della reciproca testimonianza di Fede, ecc… Ringrazio dunque il Signore per tutti questi doni che mi ha fatto, con l’immensa gioia frutto della mia visita alla Sua casa! Ora avverto il compito per tutti noi di portare nelle nostre case e nelle nostre città la pienezza spirituale che abbiamo vissuto là, cosicché il pellegrinaggio in Terra Santa proseguirà e Cristo risorto continuerà a vivere in mezzo a noi!

Marco De Vito

Immergi le tue dita tra i sassi e l’acqua del lago, e sorridi al pensiero di quanta storia si raccolga proprio lì, a un passo da te, in quei sassi e in quel lago. Sullo sfondo, ancora intravedi il profilo roccioso dell’Arbel, monte da cui, per la stessa strada, un centurione

scendeva con fatica, una notte di tanto tempo prima,con la promessa di un figlio vivo, qualche chilometro più in là, a Cafarnao. Poi fissi lo sguardo sulle onde verdastre del mare di Galilea e riesci quasi a vedere la fatica della pesca notturna, la tempesta per i forti venti, i passi incerti di Pietro. Ancora, il crepitare del fuoco sulla riva di Tabga, riva di resurrezione e incontri rinnovati. Sul lago di Tiberiade, luogo dove così tante pagine del Vangelo prendono colore e sapore, siamo arrivati noi, provocati dallo sguardo di Gesù, dal suo “Seguimi”. E la gioia, a fine giornata, nei nostri occhi, sembrava davvero rispondere “Sì, Signore, mi fido, ci sto. Ti voglio seguire, con i miei fallimenti e le mie reti vuote. Ti voglio seguire, persino nella tempesta. Ti voglio seguire, perché tu conosci tutto. Perché tu sai che ti voglio bene”.

Eleonora Tampieri