“UN ANNO STRAORDINARIO PER RICOMINCIARE” – TESTIMONIANZA

ALBA DI CANAZEI

Trovo che la domanda «Cosa fai l’ultimo dell’anno?» sia una delle più scontate in circolazione.

La posso associare giusto a quelle domande di circostanza che non prevedono un ascolto reale della risposta. O a quei discorsi ordinari del tipo che «non esistono più le mezze stagioni» e «si stava meglio quando si stava peggio».
È anche per questo che ho deciso di seguire la pastorale giovanile ad Alba di Canazei, per un Capodanno che prometteva di essere veramente alternativo. Sulle Dolomiti, a 1500 metri, nonostante la mancanza di neve, il panorama è sempre stupendo. E le passeggiate, gli incontri, la conoscenza di nuove persone hanno riempito le nostre giornate.
Ma il momento più bello è stato sicuramente la sera dell’ultimo dell’anno. Dopo una cena in amicizia, quando il mondo si preparava ai suoi festeggiamenti, noi ci siamo ritrovati sul Passo Pordoi. Ci siamo incamminati in silenzio, ripensando all’anno che stava per finire. Sullo sfondo di un cielo nuvoloso e della musica proveniente da un albergo, abbiamo ripercorso il nostro 2015: doni, gioie, ma anche sogni infranti, dolori e le tante grazie che ancora non riusciamo a riconoscere. In una piccola chiesa abbiamo vegliato con la luce delle nostre candele, cantando e meditando. E così, senza nemmeno accorgercene, tra i canti e le preghiere abbiamo superato la mezzanotte, riuscendo a dare un senso vero al tempo che trascorre e all’anno che stava arrivando. Fuori dalla chiesa ci aspettavano le stelle, spuntate fra le nuvole giusto per qualche minuto, quasi a indicare la nuova direzione che devono prendere i nostri sogni.
Ci sarebbe tanto altro da raccontare: dalle pattinate ai pomeriggi insieme, dai momenti di condivisione alla Messa a Pietralba, dallo strudel in rifugio alle code chilometriche per tornare a casa.

Ma ciò che mi sono portato a casa è soprattutto in quella notte. Con una settantina di giovani provenienti da luoghi diversi della diocesi che hanno scelto di andare veramente controcorrente. Stretti in una piccola chiesa di montagna, per salutare con gioia un nuovo anno che il Signore ha mandato sulla Terra.

– Federico Covili